Sì, perché per produrre una
barleywine e sperare che possa anche uscire buona occorre partire da lontano,
pianificare, studiare, avere sapienza nella miscelazione degli ingredienti e,
ultimo ma non ultimo, occorre mettere la propria anima, la propria creatività e
un minimo di tocco di genio. Altrimenti si rischia, se va bene, di fare una
normalissima birra, se invece non va bene, e non è raro, si produce una birra
imbevibile.
La Barleywine è una specie di esame di maturità per l’homebrewer, tutti gli schemi seguiti in precedenza vanno dimenticati, tutto quanto si pensa quando si produce una normale Ale vanno ridimensionati e ripensati per questa che è la regina delle birre.
Lasciamo per ultimi gli aspetti riguardanti gli ingredienti. Partiamo dalla fermentazione primaria (quella tumultuosa per capirci) che, per la complessità della birra, è lunga, almeno 2 settimane se non di più. Necessita di lieviti adatti alle altre gradazioni alcoliche, di uno starter importante e quindi i giochi cominciano addirittura qualche giorno prima della cotta.
Alla fine di questa prima fase
occorrerà travasarla (se si possiede una piccola botte, barrique, già usata
sarebbe l’ideale, altrimenti ci si adatterà con il solito fusto) e lasciarla
riposare almeno un altro paio di settimane (se si ha la barrique in legno la si
può lasciare anche alcuni mesi).
Possono intervenire dei dry hopping in questa fase ma solo con alcuni luppoli molto caratterizzanti e non eccessivamente agrumati. Ma si può anche soprassedere.
Poi si passa finalmente all’imbottigliamento. La fermentazione secondaria in bottiglia sarebbe meglio farla con un po’di mosto messo da parte a fine cotta (magari congelato per non fargli perdere le proprietà). Se non si può fare questa cosa magari imbottigliamo aggiungendo del malto secco. Per i puristi è assolutamente vietato lo zucchero.
Quindi la fase più difficile di tutta la produzione: dimenticarsele per almeno 8-10 mesi, se non di più. Alcune BW arrivano a piena maturazione anche dopo alcuni anni.
Dopo tutto quello che ho scritto, che è tutto vero, mi accingerò a produrre la MIA barleywine, che seguirò le linee guida appena esposte ma inserirò le mie personalizzazioni e quindi potrei anche fare delle deviazioni allo standard.
D’altra parte fare una birra attenendosi scrupolosamente alle regole significa fare una birra che possono fare tutti, basta leggere ed applicare. Il vero mastro birraio sperimenta, esplora nuove strade, da tocchi imprevisti alle sue ricette e alle sue pratiche di produzione/affinamento.
GLI INGREDIENTI:
Vi ricordo che io sono ancora alla
fase di estratti + grani speciali, anche se qualche volta faccio dei mini mash
di grani normali.
Quindi la base degli estratti di
malto sarà mista:
- estratto liquido Pale Ale,
- estratto liquido Pilsner,
- estratto liquido Amber.
nelle giuste
dosi (importanti)
Aggiungerò
anche dei grani speciali tipo:
- CaraPils
- Crystal 120L
- Chocolate
- Special B
I luppoli
saranno britannici,
- Admiral,
- Challenger
- Northern Brewer
- Fuggle (forse, non sono ancora sicuro)
Poi, a fine
bollitura, aggiungerò sicuramente:
- del miele di Castagno
- del coriandolo
- della radice di zenzero
- pepe rosa (forse)
- bacche di ginepro (forse)
La scelta del lievito è ancora in
alto mare, ci sto pensando, ma non ho ancora deciso.
Diciamo che vi ho svelato quasi
tutti gli ingredienti e non le proporzioni, beh, questa volta sarò un po’
parco.
Domenica si parte, anzi venerdi
con lo starter (per allora dovrò gioco forza aver scelto il lievito).
Vi terrò informati.
Saluti
The beer is on!

